Elementi del reato: elementi essenziali del reato ed accidentali
Nella struttura dell’atto illecito, gli elementi del reato si suddividono in due categorie:
- Elementi essenziali: il fatto concreto e l’atteggiamento psicologico del soggetto che commette il reato.
- Elementi accidentali: sono le cosiddette circostanze attenuanti/aggravanti, che non influiscono sulla esistenza del reato, ma contribuiscono a determinare l’entità della pena.
In altre parole nella struttura del reato gli elementi essenziali sono indispensabili per stabilire l’esistenza di un reato, mentre quelli accidentali influiscono sulla “misura” della pena.
Gli elementi costitutivi del reato (essenziali) si suddividono a loro volta in elementi oggettivi (fatto) e soggettivi (dolo e colpa).
Elemento oggettivo del reato
L’elemento oggettivo del reato è costituito dalla condotta del soggetto e dal nesso causale che lega la condotta all’evento lesivo illecito.
Nello specifico la condotta umana è costituita dall’insieme di azioni corporee o omissioni che sono poste in essere dal soggetto.
La condotta lesiva può assumere diverse forme che rientrano sostanzialmente in due categorie:
- L’azione: un atto o movimento del soggetto che modifica la realtà esterna, per semplificare si potrebbe dire “fare del male”;
- L’omissione: non svolgere una determinata azione prevista per obbligo dalla legge, in altre parole “non fare qualcosa” per evitare un male.
Per fare un esempio concreto che chiarisca meglio questo concetto: l’omicidio commesso da un assassino viene punito nello stesso modo di chi lascia morire una persona in modo cosciente, senza intervenire in qualsiasi forma o possibilità.
Il nesso causale è fondamentale per poter attribuire ad un soggetto il reato, di conseguenza, la ricostruzione dei fatti che sono legati all’azione lesiva deve essere attribuibile al reo.
Elemento soggettivo del reato
L’elemento soggettivo del reato si riferisce, invece, alla cosciente e consapevole volontà del soggetto incriminato di compiere azioni lesive.
L’art. 42 del Codice penale stabilisce infatti “Nessuno può essere punito per un’azione od omissione preveduta dalla legge come reato, se non l’ha commessa con coscienza e volontà. Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come delitto, se non l’ha commesso con dolo, salvo i casi di delitto preterintenzionale o colposo espressamente preveduti dalla legge”.
In altre parole per la sussistenza del reato è fondamentale il nesso psichico che intercorre tra il soggetto e il reato.
La colpevolezza del soggetto si ha quando questi ha la cosiddetta “capacità penale” (dai 14 anni in Italia) e la capacità di intendere e di volere.
L’elemento soggettivo può assumere le seguenti forme:
- Il Dolo: il soggetto ha compiuto l’azione con la consapevole volontà di commettere un reato e ledere un diritto altrui. Il reato può essere stato premeditato in anticipo o compiuto d’istinto con la piena coscienza delle conseguenze.
- La Colpa: il soggetto ha compiuto il reato con una precisa volontà, ma senza avere consapevolezza delle conseguenze delle sue azioni. Rientrano in questa categoria la maggior parte dei reati che si verificano per negligenza, imprudenza o imperizia e per mancata osservanza di leggi, ordini o regolamenti.
- La preterintenzione: in questo caso l’evento lesivo va al di là delle intenzioni del soggetto, ma dall’azione/omissione deriva un danno più grave del voluto. Ad esempio nel caso che il reo volesse solo ferire una persona, ma in pratica la uccide.
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