Diritto Penitenziario: Rieducazione e Umanizzazione
Carcere come luogo di riparazione per i crimini commessi, ma anche e soprattutto come luogo di rieducazione, riabilitazione e umanizzazione dei detenuti. Il diritto penitenziario è una branca del diritto penale che ha il compito di regolare l’esecuzione delle misure che privano o limitano l’individuo della sua libertà, allo scopo di far scontare una pena (per l’esecuzione di una sanzione penale).
Tali misure devono, auspicabilmente, essere applicate seguendo i principi di umanizzazione e riabilitazione del soggetto chiamato a scontare una pena di detenzione o una pena alternativa. Il diritto penitenziario si occupa, in sostanza, di tutelare i diritti del condannato.
In Italia costituisce una disciplina giuridica autonoma regolata dalla legge 26 luglio 1975 n. 354 (Ordinamento penitenziario) e successive modificazioni e integrazioni, e dal regolamento di esecuzione D.P.R. 30 Giugno 2000 n. 230 e s.m.
Dunque, in parole semplici, il diritto penitenziario tutela i diritti umani dei detenuti, ed opera sia a livello nazionale che internazionale.
Citando l’articolo 1 dell’Ordinamento penitenziario: “Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona. Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose. Negli istituti devono essere mantenuti l’ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili ai fini giudiziari. I detenuti e gli internati sono chiamati con il loro nome. Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono considerati colpevoli sino alla condanna definitiva. Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l’ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti”.
Diritto penitenziario e riabilitazione
Lo scopo del trattamento penitenziario è, dunque, riabilitare l’individuo e favorire il suo reinserimento nella società, attraverso l’applicazione di misure che ne favoriscano tale processo.
Da un punto di vista legale, in base all’ordinamento penitenziario, è il detenuto a dover scegliere in assoluta libertà e consapevolezza, senza coercizione alcuna, se assoggettarsi o meno al trattamento rieducativo.
Nell’ambito del trattamento rieducativo trovano posto le cosiddette “misure premiali”, volte a favorire il processo di reinserimento e di riduzione del rischio di recidiva tramite l’offerta di opportunità.
Per quanto riguarda l’umanizzazione, essa consiste nell’applicazione di misure atte a tutelare e promuovere la dignità della persona, per esempio, attraverso il rispetto della sua cultura o religione, l’accoglienza in un ambiente organizzato e dignitoso, la possibilità di valutare regimi di semi-libertà.
L’avvocato preposto alla difesa del detenuto, rispettando il principio secondo il quale vi è necessità di scontare una pena a fronte di un reato, si assicurerà che tali misure vengano applicate. In particolare, favorendo, qualora ve ne fossero le condizioni, misure alternative alla detenzione o avanzando proposte di miglioramento delle condizioni di vita all’interno del carcere, segnalando eventuali situazioni di disagio, chiedendo permessi e altro ancora.
Lo studio Pennisi offre da anni assistenza legale in materia di diritto penitenziario. Per qualsiasi richiesta, contattateci.